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Recensione: Il cannibale – in bilico tra reale e irreale

Recensione: Il cannibale - in bilico tra reale e irreale Recensione: Il cannibale - in bilico tra reale e irrealeIl cannibale
di Tom Hofland
Carbonio editore

Il cannibale di Tom Hofland è un romanzo intrigante e originale che riesce a mescolare abilmente elementi di thriller, commedia nera e critica sociale, pubblicato da Carbonio Editore.

C’è un mondo personale nel quale siamo carini e gentili, e c’è un mondo professionale nel quale prendiamo le decisioni giuste”.

Ambientato in un contesto che alterna il surrealismo alla critica delle grandi corporate, la storia esplora le dinamiche dell’Aletta, una fabbrica farmaceutica olandese, moderna ed efficiente, circondata da una natura rigogliosa e apparentemente pacifica, ma che cela tensioni devastanti sia all’interno, rappresentate dal gioco eterno del potere, sia all’esterno, dove la quiete apparente del paesaggio è di continuo minacciata da orde di cinghiali che grufolano senza posa. Non a caso sangue, terra, efficienza sono le parole chiave del romanzo.

Protagonista è il candido e irreprensibile Lute, responsabile delle vendite e della qualità, che si ritrova in una situazione drammatica quando la fabbrica viene acquistata da una multinazionale svizzera. La nuova proprietà richiede un drastico ridimensionamento del personale, e a Lute, al quale viene comunque garantito il lavoro, viene affidato l’incarico di gestire i licenziamenti di trenta colleghi con cui ha instaurato profondi legami personali e professionali. In preda all’ansia e ai dubbi morali, Lute incontra per caso un fantomatico consulente di risorse umane freelance, Lombard, che insieme al suo socio Reiner, e al loro misterioso cane nero, offre una soluzione radicale al problema, promettendo a Lute di farlo uscire dall’impasse in cui si trova in modo dignitoso e soprattutto pulito.

Il romanzo si distingue per la sua voce pulp, cinica e grottesca, che evita qualsiasi accenno di retorica moralistica, offrendo invece una visione cruda e surreale – e, ahimè, fin troppo reale – del mondo aziendale. Il carattere mefistofelico di Lombard e Reiner, coprotagonisti e figli minori di un Maestro ben più famoso – ogni riferimento a Bulgakov non è puramente casuale – è chiaro fin da subito al lettore, un po’ meno al protagonista, che si lascia completamente irretire da lusinghe che non verranno mai attese. E come lui i vertici della Aletta che non faranno niente per arrestare l’inevitabile implosione del freddo sistema aziendale.

«… chi vuole essere malvagio… veramente malvagio… deve mettere in piedi un sistema. Un sistema nel quale tutti sospettano degli altri nel modo più totale, e li controllano e li schiacciano per trarne vantaggio. Un sistema che si sostiene e si alimenta da sé. Un sistema che sembra l’unica verità…», dice Lombard a Tomer, ispettore del lavoro, quando oramai tutti gli impiegati sono avviati a una deumanizzazione senza ritorno.

L’opera di Hofland affronta temi complessi come l’etica nel lavoro, la disumanizzazione nelle grandi imprese e la lotta interiore tra la morale personale e la sopravvivenza professionale, il tutto narrato con una leggerezza solo apparente, perché ogni sorriso si spegne e si trasforma in amarezza di pari passo alla crescita del climax. Un climax che non termina con nessun ritorno al mondo ordinario, così come auspica ogni viaggio dell’eroe, ma spalanca finestre su panorami che forse preferiremmo non vedere.

Il cannibale è un thriller che non aderisce in pieno alle caratteristiche del genere, e nella parte iniziale può spiazzare. Ma il ritmo incalzante, cinematografico, l’uso incisivo dei dialoghi, le caratteristiche dei personaggi fanno sì che le duecento pagine del libro scorrano in modo rapido grazie all’abilità dell’autore di giocare con i generi letterari e di creare un mondo dove il confine tra reale e irreale è messo di continuo in discussione. Una lettura che offre molti spunti di riflessione.

Tom Hofland, classe 1990, è uno scrittore e podcaster olandese. Nel 2018 il quotidiano “de Volkskrant” lo ha definito il più grande talento letterario dei Paesi Bassi. Il cannibale è il suo terzo romanzo, vincitore, per «la sua sperimentazione formale, il suo senso dell’umorismo e la sua originalità», del BNG Bank Literature Prize 2022.

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